Il tema della comunicazione, declinato nelle sue dimensioni più significative, è il canovaccio dell’XI Corso del Laboratorio di Formazione Sociale CittadinanzAttiva, organizzato dal Centro Studi Bachelet.
Comunicare la legalità, invece, è stato il tema dell’intervento di Marco Alessandrini, che si è svolto sabato 5 marzo a Cerreto Sannita.
L’incontro è stato animato dagli studenti dell’IIS Carafa-Giustiniani, sezione ITIS di San Salvatore Telesino, settore MODA: Mazzarelli Antonella, Perfetto Filomena, Antonio Belviso, Barbieri Lucia, che hanno intervistato l’ospite; Rosario Liberti, Perfetto Filomena, Barbieri Lucia, che hanno realizzato il video dal titolo “Un uomo, una storia. Emilio Alessandrini, un grande esempio di vita”; Mazzarelli Antonella, Perfetto Filomena, Fichessa Carmelinda, che hanno affidato al linguaggio poetico il delicato tema della legalità. Non è mancato un momento musicale curato da Antonio Biondi e Antonio Cesare (Chitarre), Giuseppe Fiorillo (voce); Domigno Rosalia, Lo Surdo Anna Cristina, Sordina Fappiano Natasha, Fichessa Carmelinda, Sparago Carmen (Coro).
Gli studenti sono stati coordinati dalle docenti referenti del Corso di CittadinanzAttiva Prof.ssa Di Luise Addolorata e Civitillo Marisa, coadiuvate dalla Prof.ssa Romano Caterina, Prof.ssa Salomone Alessandra e dal Prof. Pagano Antonio.
Marco Alessandrini, avvocato e politico italiano, è figlio di Emilio, Sostituto Procuratore della Repubblica, assassinato a Milano dal gruppo terroristico Prima Linea, il 29 gennaio 1979. Come ogni mattina, il magistrato aveva lasciato il figlioletto Marco, 8 anni, alla scuola elementare Ottolini-Belgioioso, in via Colletta, quindi era risalito sulla sua Renault 5 color arancione, e poco più in là, sulla strada verso il tribunale, aveva trovato la morte.
Testimone della violenza di quegli anni, e da sempre impegnato sui temi della memoria e della legalità, Alessandrini ha conversato con i giovani corsisti, evidenziando una naturalezza e una passione apprezzate dall’intera platea. Nella sua lezione ha trattato di quell’Italia gattopardo che ha stravolto tutto, non cambiando nulla.
Ha parlato di politica e, soprattutto, della fiducia che i giovani devono avere in essa.
“I giovani devono credere nel futuro, devono avere fiducia in se stessi e nel paese.(…) II potere pubblico è concepito male perché la politica ha dato esempi sbagliati, ma non bisogna generalizzare; la politica non è da condannare; è importante tener presente che i membri del parlamento sono cittadini come noi. Non è sempre colpa “degli altri” e, per capirlo, bisogna far leva sulla conoscenza”. Essa, infatti, intesa come conquista faticosa di se stessi e della propria libertà, è stata posta come unico vero antidoto contro la corruzione, la sopraffazione, la violenza. In Italia , secondo il relatore, intervistato dagli studenti dell’Istituto Carafa – Giustiniani, vige un’apatia diffusa, per cui è necessario lavorare sul noi, sul senso civico, sul bene comune. E’ in tale direzione che vanno gli incontri del sabato pomeriggio, organizzati dal Centro Studi Bachelet, una direzione che spinge verso l’apertura al cambiamento, nella consapevolezza della dimensione valoriale che caratterizza la persona. Affrontare tali temi risulta sempre più necessario, soprattutto in un momento in cui la paura del futuro sembra essere diventata una condizione dominante.
Elena Mattei, Studentessa IIS Telesi@
Foto: Alessandro Tanzillo