Il sentiero della bellezza

di Maria Teresa D’Anna

studentessa IIS Telesi@

Il XVII Corso di CittadinanzAttiva, organizzato dal CSS Bachelet, prosegue con il quarto incontro, tenutosi il giorno 25 Febbraio 2022, in modalità online.

La tematica affrontata è per noi molto vicina, in quanto costituisce il sentiero della bellezza territoriale in Campania.

La presidente del CSS Bachelet, dott.ssa Patrizia Lombardi, presenta i due relatori che hanno partecipato al dibattito sulla questione ambientale campana, calata in un contesto socio-culturale: il prof. Antonio di Gennaro, agronomo territorialista, esperto di pianificazione del territorio e paesaggio rurale, autore del libro “Ultime notizie dalla terra. La Terra dei fuochi: questioni per il paese intero”; la dott.ssa Titina Pigna, Accademica Aggregata dei Georgofili, Responsabile Ricerca & Sviluppo de “La Guardiense”.

“La bellezza salverà il mondo”, è questo l’incipit dell’intervento della dott.ssa Pigna, che, riferendosi a noi giovani, si augura  che possiamo assaporare questa bellezza più da vicino, intraprendendo, magari,  la carriera delle scienze agronomiche, una scelta lavorativa poco diffusa tra le nuove generazioni, ma che ritiene molto interessante perchè si occupa dell’attuazione delle politiche comunitarie, ossia dei settori di intervento delle istituzioni europee. In particolare, le politiche comunitarie sono il frutto della competenza degli organi dell’Unione nell’ adottare atti giuridicamente vincolanti in campo economico, sociale, politico, ambientale, di sicurezza e difesa. Bisogna ragionare in termini di miglioramento e di sostenibilità. Quest’ultimo, un termine molto diffuso, assume oggi un significato importantissimo: si tratta di pratiche che ci aiutano a vedere la bellezza che c’è sul nostro territorio e a conservarla nel tempo, soprattutto per quanto riguarda le risorse primarie. La Dott.ssa Pigna propone dei libri interessanti, che esprimono visioni totalmente differenti nell’ambito della bellezza. Dostoevskij, nell’Idiota, dice che “la bellezza salverà il mondo” ;  Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, afferma che “La bellezza non salverà proprio nulla, se noi non salveremo la bellezza”. Chi ha ragione? Forse dicono entrambi la stessa cosa, sono letture che si completano e si rafforzano a vicenda, perché la bellezza esiste, ma dobbiamo essere in grado di conservarla e tramandarla alle generazioni future. Viene citato, per approfondire il confronto, un passo tratto dal libro Le città invisibili, di Italo Calvino : “ L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte, fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

La bellezza esiste e bisogna riconoscere quello che inferno non è.  Come si può fare? E’ importante intraprendere la strada della conoscenza. Michel Houellebecq puntualizza: “La conoscenza e la lettura sono gli unici mezzi necessari per comprendere la propria vita e cercare di capire la propria esistenza”.

Il libro del prof. Antonio di Gennaro è scritto in un momento di fermo totale, quando tutta la Campania era considerata una terra che avvelena il mondo e non che viene avvelenata.Bisognava necessariamente stroncare questa ideologia, attraverso la bellezza delle persone che hanno saputo riconoscere quello che inferno non è.

Il suo discorso comincia da un excursus storico sulla regione Campania, con una particolare attenzione alla storia dell’agricoltura. La costruzione di metropolitane e di stazioni sotterranee, a 15 m. dalla superficie, costituiscono i primi scavi di quella che è la Campania Felix. Sono una sorta di archivio che racconta quanto è successo 15 mila anni fa, dopo le eruzioni vulcaniche che hanno favorito la formazione del tufo giallo, patrimonio architettonico napoletano, dal quale è nata la stessa Napoli. Dalle ceneri dei vulcani che ricoprono tutta la piana campana, è nata una foresta subtropicale e si è formato il suolo fertile della Campania Felix.

Nell’antichità i Romani si resero conto dell’efficienza territoriale sannita e se ne appropriarono, trasformando un territorio locale in uno regionale. Oggi tocca a noi apprezzare l’epopea della bellezza che possediamo. Per preservarla dobbiamo adottare dei metodi antichi, come per esempio la coltivazione della vite secondo gli etruschi; dobbiamo aiutare gli agricoltori a mantenere quella bellezza di cui tutti usufruiamo.  Con l’Unità d’Italia, Napoli era la terza città più estesa. Solo successivamente l’Italia è diventata un paese moderno ed industriale, e mentre la città è aumentata del 500 %, le persone sono aumentate del 20 %; da ciò si deduce che la crescita della città non è dovuta ad un aumento demografico ma ad un aumento dell’economia urbana (viene ripreso l’esempio delle tante abitazioni strette attorno al Vesuvio).

Il problema che si è maggiormente diffuso riguarda l’invisibilità dei lavoratori agricoli, i quali non hanno nessun riconoscimento politico e sociale, nonostante essi siano i custodi della storia.

Il disinteresse causa una mancanza di salvaguardia, che si avvia verso l’abbandono, perché subentra l’idea di sostituire i terreni agricoli con nuove strutture edilizie. In questo modo assistiamo ad una perdita di bellezza. Si parla di sgabuzzino della città, il suolo agricolo come il posto in cui la città mette tutto quello che è indesiderabile. Numerosi sono stati gli interventi per sovvertire questi problemi, soprattutto con la nascita di idee distorte sul territorio campano, che hanno inciso fortemente sul fattore economico: i prodotti venivano venduti scontati del 75%. Tutti fuori norma? Terra dei fuochi ovunque? Secondo l’indagine riportata nel libro del prof. Di Gennaro, i campioni fuorilegge si contano sulle dita di una mano, e gli ettari coinvolti sono una trentina su cinquantamila, eppure il racconto è stato quello di un’agricoltura avvelenata. “La camorra ha sotterrato la monnezza nei suoli, le piante hanno assorbito, noi abbiamo mangiato e ci stiamo ammalando”. E’ necessario affrontare con senso critico questo racconto, considerando che l’incidenza delle malattie tumorali è uguale alla media nazionale, ma la mortalità è superiore, forse perchè il servizio sanitario regionale ha delle forti criticità. Queste distorsioni inconcepibili e disumane possono essere risolte, ma quello che non è accettabile è connotare negativamente un intero territorio e le persone che lo abitano. Il professore conclude con un riferimento alla figura di San Francesco, che inizia il suo percorso da martire, restaurando una chiesa diroccata. Il nostro lavoro è aiutare la nostra terra e ragionare con una sana apertura culturale.

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