di Giada Crocco, studentessa IIS Telesi@
Nonostante la pandemia ancora in atto, il Laboratorio di Formazione sociale non si lascia scalfire e procede a gonfie vele lungo il suo percorso, volto a guidare sia giovani che adulti verso la maturazione di una corresponsabilità nell’ambito sociale. In collaborazione con l’Istituto “S. Pio V” con sede a Roma ed il patrocinio dell’U.S.R. Campania, della Provincia di Benevento, nonché dell’Università del Sannio e dell’Università telematica Giustino Fortunato, il Centro Studi Sociali Bachelet Onlus, riprendendo gli spunti di riflessione scaturiti dagli incontri formativi dello scorso anno, circa l’Agenda 2030 e il tema dell’ecologia, ha intenzione di condurre i numerosissimi giovani che hanno deciso di prenderne parte “In cammino sui sentieri del nostro tempo… verso il futuro”.
Ad aprire i lavori di questo percorso è stato il primo incontro, svoltosi in data 3 febbraio sulla piattaforma Zoom del Centro Studi, dal titolo “Il sentiero dell’ecologia integrale”, volto alla presentazione del libro di recente pubblicazione di S.E.R Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Sessa Aurunca, nonché Presidente onorario del Centro Studi Bachelet, <<L’uomo e il creato: sviluppo e responsabilità. Il modello della relazione>>, che ha visto come protagonisti il Prof. Giuseppe Acocella, Rettore dell’Università Giustino Fortunato, il Prof. Giuseppe Marotta, Prorettore dell’Università degli Studi del Sannio e, naturalmente, l’autore. Come di consuetudine, la dott.ssa Patrizia Lombardi, a capo dell’Ente, ha dato inizio ai lavori, sottolineando come, nonostante le fragilità e i limiti imposti dalla situazione che stiamo vivendo, ove la mancanza di un contatto diretto tra i protagonisti di questo dibattito etico diviene evidente, la partecipazione di studenti e le collaborazioni di partner, dirigenti e referenti, fornisce la speranza per continuare imperterriti questo ambizioso cammino. La parola è poi passata al Professore Acocella che ha aperto, mediante un discorso che ha intrecciato i più disparati ambiti della teologia, della filosofia, dell’economia e della sociologia, proseguito dagli altri relatori, un percorso sulla Laudato Sì, enciclica di Papa Francesco pubblicata nel 2015, la quale, nella sua ottica, si eleva al di sopra delle speculazioni di quanti intendono sacrificare il tutto per tutto per la questione ambientale- andandone a vanificare il senso-che si riallaccia strettamente al tema della giustizia sociale e all’inclusività. La sua riflessione si è ripartita in cinque diverse osservazioni, come da egli stesso definite, riguardanti: il rapporto fede-ragione, la tensione acuta degli ultimi tempi riguardo la questione ambientale, la centralità dell’essere umano, il rifiuto dell’antropocentrismo materialista e l’accezione di ecologia umana. Partendo dal fatto che spesso il modo contemporaneo tende ad esaltare un inesistente contrasto tra la ragione e la fede, il relatore ha affermato che è quest’ultima, luce che rischiara, a supportare la ragione e la scienza, senza tuttavia far perdere di significazione la seconda. Questa perdita, però, si è riscontrata anche in un altro campo, quello della tecnologia. Infatti, “tutto si sacrifica al feticcio paradigma tecnologico”, senza tenere conto che le scorie di questo effimero benessere finiscano nella natura stessa e rientrino nella questione ambientale attualmente in voga dal punto di vista sociale. In questo “calderone” trova una sua posizione di rilevanza la dottrina sociale del Santo Padre, esplicata nelle encicliche Laudato Sì e Fratelli tutti. Nelle stesse Acocella, dopo aver affermato come ecologia integrale significhi inglobare la questione ambientale nel campo della socialità e dell’economia, trova il vero significato del diritto naturale: unire gli uomini nella solidarietà e nella fraternità, costanti che a loro volta conferiscono un senso alle umane esistenze. Non è pensabile, infatti, “un carattere non simbiotico uomo-terra”, che si esplica anche nel libro protagonista dell’incontro, il quale non coglie un aspetto periferico, ma totale dell’ecologia. Su questa lunghezza d’onda ha proseguito con il suo intervento il Prof. Marotta. Il punto di partenza per la sua riflessione è stata l’insostenibilità del modello di economia e di società, accentuato particolarmente dalla situazione pandemica. Gli squilibri di questo modus operandi, che tuttavia ha portato ad una crescita economica e civile, hanno causato la polarizzazione della ricchezza e l’ampliamento della povertà, nonché la desertificazione economico-sociale e il cambiamento climatico. Lo Stato, però anziché intervenire sulle cause, interviene sui sintomi, facendo sì che gli effetti devastanti crescano e vadano a carico dei contribuenti, originando situazioni di stallo, come quella della crisi del 2008, citata dal Professore. In un tale contesto, tutti subiscono i risvolti negativi del modello e diviene impellente la necessità di cambiare, operando sulla qualità delle relazioni, sulla complessità dell’agire dell’uomo per comprendere la realtà fenomenologica e sul dialogo tra i saperi. In quest’ottica, infatti, bisogna essere “critici e responsabili per creare un mondo migliore”.
A chiudere l’incontro è stato Monsignor Piazza che, attraverso un discorso rifacentesi alla cultura teologica e filosofica , arricchito da esempi pratici, ha incentrato la sua riflessione sull’uomo, affermando come questo non debba dominare la natura, quanto dare alla natura, attraverso un’organizzazione ragionevole, che prescinda da qualsivoglia tentativo di riduzione. L’essere umano, tuttavia, necessita di abbandonare la competitività e di calarsi in un’ottica sociale corresponsabile, attraverso cui dare avvio ad un’inversione di tendenza degli stili di vita, mediante un’opportunità di scelta, che permetta, in un’ottica hegeliana, “al servo di domani di abbattere il padrone che ha preso il potere oggi”. Abbandonando il transumanesimo, è necessario, per il Presidente onorario, “essere trasgressivi nello stile di vita e avere un pensiero inclusivo per quanto concerne la dimensione comunitaria”: queste le parole a conclusione dell’incontro, monito per le studentesse e gli studenti di oggi, cittadini del domani.