Interesse economico e potere finanziario: potenzialità e limiti del bilancio sociale d’ impresa

Sabato, 3 dicembre 2016, presso l’Auditorium IIS Carafa-Giustiniani di Cerreto Sannita, si è svolto il terzo incontro della XII edizione del Corso di Formazione sociale CittadinanzAttiva del CSS Bachelet ONLUS. L’incontro ha preso avvio con il benvenuto del Presidente, ins. Patrizia Lombardi, che  ha  introdotto i relatori, il prof. Paolo Ricci e il prof. Renato Civitillo, docenti dell’Università del Sannio. La relazione del prof. Ricci ha  avvicinato la platea alla realtà economica delle imprese, riprendendo il messaggio di Giovanni Paolo II, che ha manifestato un’idea di profitto alquanto particolare. Le imprese, infatti, devono partire da una ricchezza, trasformandola in una nuova e superiore e il profitto non deve essere l’unica grandezza economica da contemplare. Il prof. Ricci ha delineato una nuova definizione: interesse economico, uno dei punti nodali dell’ incontro. L’interesse economico, ha sottolineato, è l’agire umano a fini economici, attraverso l’impresa. Si genera soddisfacendo, con l’atto di vendita, un bisogno umano. Il problema è chiedersi fino a che punto l’interesse economico debba prevalere nell’agire umano, ammettendo, pertanto, l’esistenza  di altri fattori, oltre quelli squisitamente economici. È  qui che entra in gioco il termine  responsabilità, concetto che equilibra il rapporto tra bisogno e profitto. Come definire la responsabilità? Essa è maturità, autonomia, dovere. L’interesse economico, lo scambio, il profitto, il bisogno, l’interesse di impresa, devono essere gestiti in maniera responsabile. Le imprese, “protesi” che l’uomo utilizza per soddisfare i propri bisogni, hanno, pertanto, delle responsabilità? Una risposta è possibile andando indietro nel tempo, negli anni ’50, quando le imprese rendevano conto delle conseguenze morali delle loro azioni. È  necessario che, chiede il prof. Ricci, in quanto organizzazioni umane, esse debbano avere anche oggi il loro sistema valoriale? Devono, le imprese, rendere conto delle loro azioni? A chi? Ai consumatori, allo Stato, ai concorrenti, ai proprietari?  Sono sicuramente tenute a  rispettare il sistema sociale e a non pregiudicare il sociale. Tale discorso richiama un secondo termine chiave: sostenibilità. Un’ impresa sostenibile si comporta in maniera tale da non pregiudicare, nelle sue azioni, la generazione futura. Il concetto di sostenibilità implica necessariamente il rapporto tra due generazioni. Lo sforzo che le imprese fanno per rendere conto delle loro azioni diviene, pertanto, misurabile, attraverso un bilancio sociale d’impresa. Tale concetto si riferisce ai criteri organizzativi attraverso cui l’impresa può rendere conto, assumendosi  la responsabilità delle proprie azioni. E’ una forma che va oltre i numeri e ha un maggiore impatto sociale, rispetto ad un bilancio economico. E’ il prof. Civitillo ad  entrare nello specifico di un bilancio sociale, sottolineando  dapprima la differenza tra bilancio economico e  sociale. Nel bilancio sociale sono previste informazioni non contemplate in quello economico.  Rende, pertanto, conto degli effetti non economici di qualsiasi organizzazione. Il bilancio sociale è un “libricino” in cui sono contenuti i valori, la  mission e l’ assetto istituzionale di un’impresa. Esplicita l’impatto sociale e ambientale generato dall’impresa verso i portatori di interesse, secondo il  termine anglo-sassone stakeholder. Il termine si riferisce a tutti coloro che, direttamente o indirettamente, possono godere dei benefici o subire danni dall’attività di un’impresa. Il bilancio sociale parte da un bilancio economico e lo riorganizza ,lo ridefinisce, senza scopo di lucro. Contempla anche un valore aggiunto: la ricchezza del prodotto, sottolineando chi ha contribuito a realizzarla.  Una  relazione sociale  riepiloga il risultato dell’impresa sotto il punto di vista sociale, evidenziando dove opera, chi sono gli utenti, cosa fa; riorganizza un bilancio economico; tira le somme. Il giudizio conclusivo degli stakeholder contribuisce a migliorare l’impresa e l’attività. L’idea dei danni ambientali, sociali, culturali generati da imprese irresponsabili vela lo sguardo dei giovani corsisti, i quali, attraverso i concetti di responsabilità e sostenibilità, sanno di dover andare oltre.

Roberta Scetta, Studentessa IIS Telesi@

Foto: Alessandro Tanzillo

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