Al Prof. Giuseppe Acocella, relatore del quinto incontro del Corso di CittadinanzAttiva, è stato affidato il compito di tracciare i profili etico-sociali del concetto di responsabilità personale e istituzionale

« Non c’è democrazia che non affondi le sue radici nel fondamento etico ». E’ stato questo il messaggio forte e profondo che il prof. Acocella ha  impresso nelle menti dei giovani allievi del CSSB che sabato 26 gennaio hanno gremito il palazzo dei congressi di Telese Terme. L’attività del CSSB è un «iter» per gli studenti, ma non solo, finalizzato a sensibilizzare e a far prendere coscienza delle problematiche etiche che sono alla base dell’intera struttura sociale e dei rapporti con gli altri. Il titolo della seconda lezione dell’anno 2008 è stato “Responsabilità personale e percorsi istituzionali: profili etico-sociali” ed è stata curata dal prof. Giuseppe Acocella, vice presidente del CNEL nonché ordinario di etica sociale all’Università Federico II di Napoli. Egli ha subito premesso di volere analizzare due punti: il significato etico-sociale della partecipazione e il rapporto tra democrazia e rappresentanza. Innanzitutto cosa significa partecipazione responsabile alla vita della comunità? Prima di rispondere sarebbe opportuno riconoscere e ripercorrere lo sviluppo della democrazia che permette, per l’appunto, la partecipazione. Acocella, parafrasando Tocqueville, ha ribadito che ogni forma di democrazia deve essere fondata su un presupposto etico, « una superiorità morale ». Non è un caso che dopo le sanguinose guerre che hanno attraversato il 900, tutte le Costituzioni europee più significative si siano ancorate a questa radice comune, a questo fondamento etico; la responsabilità in democrazia consiste nel guardare al Bene comune tralasciando i propri interessi. Si vive in libertà grazie alla democrazia ma, è stato precisato, «occorre che la partecipazione in democrazia sia responsabile». A tal proposito, è stato citato il grande Jean Jacques Rousseau, che ha indagato con acutezza il rapporto tra volontà generale e volontà comune, decisivo per capire che «quando si parla di democrazia e del principio di maggioranza non si sta parlando di un fatto meramente quantitativo o numerico». Il prof., prendendo spunto da tale riflessione, ha chiarito che la volontà generale si distingue dalla volontà di tutti perché ha in sé un elemento di eticità mentre la volontà di tutti può essere la somma di interessi particolari a discapito di quel Bene comune. Da qui anche una conseguente aporia all’interno della democrazia: poiché non si ha altro criterio che la maggioranza per non cadere nel dispotismo, viene fuori il difficile compito che questa maggioranza debba essere orientata verso una superiorità morale. Fatta questa premessa, il prof. Acocella ha voluto, però, anche offrire un punto di vista critico intorno all’eticità e alla responsabilità della politica. Prendendo come punto di riferimento il grande sociologo tedesco Max Weber, in particolar modo il suo discorso agli studenti contenuto ne “La politica come professione”, è stata posta la differenza tra l’etica della responsabilità e l’etica della convinzione; il compito dell’etica, ricorda Weber, non è cercare il Bene, essendo un concetto a volte molto relativo, ma diventare responsabile. La stessa responsabilità significa « porre le proprie azioni in una sfera di eticità », dal momento che i nostri comportamenti interessano anche la vita altrui.

Partendo dalle lezioni di Habermas e Rawls, è stato introdotto il tema dell’uguaglianza con una citazione di Claudio Magris: «il problema del nostro tempo è che si vorrebbe dare la medesima cittadinanza all’errore e all’orrore». Ciò significa che l’eguaglianza da affermare è quella dei partecipanti e non di ciò che essi affermano, tutti i partecipanti alla comunità sono eguali ma non è uguale quello che dicono. Riprendendo ancora Tocqueville, che interpreta la storia come una progressiva opera di emancipazione,  è stato detto che la democrazia ha in sé il più terribile dei dispotismi, chiamato «la piramide della maggioranza». Il principio di maggioranza può sfociare in tirannide. Per non cadere in questo dispotismo, che viene esercitato più subdolamente attraverso le procedure democratiche, bisogna ancorare le decisioni della maggioranza a fondamenti etici. Scrive Tocqueville: «quando io rifiuto di ubbidire ad una legge ingiusta non nego alla maggioranza il diritto di comandare, soltanto mi appello non più alla sovranità del popolo ma a quella del genere umano». Le democrazie stesse nel corso del tempo si sono salvaguardate affinché il parlamento non promulghi leggi ingiuste.

Poi, sempre con una lettera di Tocqueville, il prof. ha aperto la seconda parte della sua lezione: «a coloro che si sono fatti una democrazia ideale come sogno brillante che credono facilmente di realizzare, ho inteso mostrare che avevano rivestito il quadro di falsi colori[…] ». «Non c’è democrazia che non affondi le sue radici nel fondamento etico». Lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato di patriottismo costituzionale, radicato fortemente in determinate regole di carattere etico; la democrazia si esprime attraverso la maggioranza ma bisogna rivolgersi ad uno schema di valori. Quindi la maggioranza non è di per sé portatrice di bene, ma deve sapere individuare il fondamento etico per la propria convivenza.

Detto ciò, il vice presidente del CNEL Acocella si è apprestato, tra l’altro, a sviluppare il tema che fa da sfondo al percorso educativo del CSSB, ovvero la responsabilità personale in relazione ai percorsi costituzionali. Mentre la politica e il diritto sono negoziabili, l’etica che dà fondamento è comunicabile ma non negoziabile. Due etiche differenti, come una a tutela del diritto alla vita ed un’altra che giustifica qualsiasi orrore nei confronti della vita stessa, possono sì esporre le proprie idee ma non possono scendere a compromessi. L’etica della difesa al diritto alla vita, come in questo esempio, non potrà mai negoziare con chi la vita l’attacca. Al contrario, i diritti della politica sono comunicabili per essere negoziati. Ne consegue che, quando la politica si trova a deliberare su questioni molto complesse (pensiamo al problema ambientale), rischia di cadere in un precipizio se non è ancorata ad un fondamento etico. Ecco perché la democrazia, a differenza delle altre forme di governi, si distingue in nome di quel presupposto etico che ha attraversato tutta la lezione; qualcuno deve essere la voce di chi non ha voce (è la lezione di Rawls). Ma ciò non significa che «ogni volontà se espressa debba trovare accoglimento» perché è pericoloso sostenere che le proposte minoritarie debbano essere tutte accettate, altrimenti si sfocia nella «celebrazione dell’incomunicabilità». Bisogna, invece, ascoltare tutti ma porre un principio comune su cui possano radicarsi le leggi. Una testimonianza, a tal proposito, è la lotta per il fumo che ha nel corso del tempo ha fatto nascere uno spirito di responsabilità ed una tendenza al rispetto non solo verso la salute altrui, ma verso l’etica della vita stessa. Avvicinandosi verso la conclusione, il prof. Acocella ha preso in considerazione i diritti umani del 1948 come emblema della difficoltà di creare diritti estesi a tutti. Riportando un esempio di cronaca recente come la rivolta dei monaci in Birmania, si constata che la sovranità nazionale non conosce i diritti umani e pertanto l’ONU stesso oscilla tra il rispetto di quella determinata cultura e il bisogno di portare diritti anche in queste zone dove non c’è democrazia. Chiarendo che l’epoca moderna affonda le sue radici nel cogito cartesiano, è venuto fuori l’invito alla propria tutela ma anche a quella degli altri: «l’esaltazione del valore delle minoranze conduce a rappresentare nicchie non sempre disposte al Bene comune». Il perfetto equilibrio tra il rispetto della persona e il fatto che questo avvenga all’interno della “comunità comune” è la nostra carta costituzionale.

Con queste lapidarie parole si è chiusa la lezione sulla responsabilità e sul fondamento etico alla base della democrazia. Ne è seguito un interessante e ricco dibattito dove è stata ripercorsa l’analisi del prof. Acocella e sono stati focalizzati i punti nevralgici :l’uguaglianza, il concetto di persona, le problematiche giovanili, la questione della tecnica(Heidegger,Jonas), il nichilismo(Nietzsche), il percorso storico dell’emancipazione(Hegel, Popper). Il vice presidente del CNEL, prendendo le mosse dalle lezioni di Capograssi e Piovani, ha ribadito che la responsabilità costituisce lo slancio fondamentale per costruire una società democratica, ovvero basata su un «impero morale»(Tocqueville). Questo stesso pensiero era già stato espresso nell’intervista al nostro giornale curata dalla dott.ssa Enza Nunziato: «la questione sta tutta nel ritrovare le ragioni della prevalenza dell’interesse generale su quello particolare e sugli egoismi singoli e di gruppo».

La prossima lezione si terrà sabato 9 febbraio alle ore 16:00 presso il palazzo dei congressi di Telese Terme. Il titolo della lezione è “Responsabilità e comunicazione” esarà curata dal dott. Nico De Vincentis, giornalista RAI.

 

Luigi Santonastaso

                                                                        Studente Liceo Classico di Telese Terme

e allievo del Corso CittadinanzAttiva

 

Posted in CittadinanzAttiva News, News.