Fattori del cambiamento climatico e movimenti collettivi

Il consueto suono della campana ha dato inizio, lo scorso 15 febbraio,  al XV corso di CittadinanzAttiva, organizzato dal Centro Studi Sociali Bachelet di Cerreto Sannita in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” di Roma. L’incontro si è aperto con un minuto di silenzio in memoria di Vittorio Bachelet, assassinato 40 anni fa,  il 12 febbraio 1980 dalle Brigate Rosse, a cui è intitolato il Centro Studi Sociali. Le parole della Presidente del CSS Bachelet hanno preceduto la visione di un filmato grazie al quale i presenti hanno avuto la possibilità di ripercorrere le vicende riguardanti la morte del giurista romano. Il contributo di Rosy Bindi, allora assistente del prof. Bachelet, ha delineato la figura di un uomo al di là dei suoi studi, al di là della Chiesa, con idee scomode. Viene, pertanto spontaneo chiedersi perché lo abbiano ucciso. Il titolo dell’incontro, tenuto dal prof. Giacomo Di Gennaro, docente di Sociologia presso l’Università Federico II di Napoli, “Fattori del cambiamento climatico e movimenti collettivi”, ha incuriosito i corsisti, soprattutto in merito alla relazione tra comportamenti umani e problemi ambientali. L’uomo, infatti, non può definirsi scollegato dal tutto, soprattutto in Italia, dove il contributo di emissioni di CO2 è notevole. Questo collegamento non prescinde dal campo economico, nel quale la scarsità di un prodotto ne determina l’aumento di valore: se durante la Rivoluzione industriale i diamanti erano più preziosi dell’acqua, oggi, nel 2020 qualcosa sta cambiando. L’acqua, infatti, sta diventando un bene appannaggio dei più ricchi al mondo, sempre più raro e ricercato. Di questo ribaltamento è sicuramente responsabile uno squilibrio sociale, basti pensare che i mille uomini più ricchi al mondo hanno in tasca l’80% della ricchezza mondiale. In un tale contesto diventa più che mai importante garantire a tutti il diritto ad una vita dignitosa, che non può non comprendere un ambiente sano, con acqua potabile e cibo disponibile sempre. La natura ci restituisce ciò che le diamo: è per questo che è necessario favorire l’ambiente attivo e quello passivo, essere parte del luogo che ci accoglie, esigere rispetto solo dopo averlo dato. L’Agenda 2030, secondo il prof. Di Gennaro, si occupa proprio di questo: sensibilizzare le persone secondo il modello norvegese, formando una coscienza sensibile,  una coscienza ambientale, che ci consentano di migliorare il nostro mondo di domani. È stato molto interessante relazionarsi indirettamente con Greta Thunberg e con tutti gli ambientalisti del mondo attuale, che lavorano quotidianamente per preservare il nostro futuro.

Manuela Mancino e Angela Prete
Studentesse IIS Telesi@

Foto: Alessandro Tanzillo

 

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