Terzo incontro dell’XI Corso di CittadinanzAttiva. “La comunicazione nelle relazioni sociali: profili sociologici”

Vespasiano

Proseguono gli incontri organizzati dal Centro Studi Bachelet, nell’ambito dell’XI Corso di CittadinanzAttiva. Particolarmente interessante si è rivelata la lezione di sabato, 16 gennaio, tenuta dal prof. Francesco Vespasiano, docente dell’Università del Sannio,  sul tema della comunicazione nelle relazioni sociali. Il docente ha trattato delle dinamiche relazionali con una particolare intensità, riuscendo ad interagire con i giovani corsisti secondo le modalità illustrate sul piano teorico. La comunicazione è un’esperienza fondamentale nella relazione con gli altri, tende quindi ad influenzare reciprocamente le persone. E’ un processo sistemico, in quanto i soggetti coinvolti sono parte di un sistema di influenza reciproca, ma anche pragmatico, in quanto, più delle intenzioni, conta il messaggio che l’altro recepisce, la risposta che si ottiene, ed infine strategico, in quanto la persona che ha chiari obiettivi da raggiungere si dota di una strategia ben precisa. Il dato fondamentale è l’ impossibilità di non comunicare: anche l’intenzionale assenza di comunicazione verbale, infatti, finisce con il comunicare la volontà di non entrare in contatto con l’altro. Tutto è comunicazione, anche il silenzio, perché, anche in questo caso, si comunica un messaggio. Importante diviene, allora, padroneggiarne le tecniche ed essere consapevoli delle dinamiche strutturali, sia nell’ottica di una corretta relazione sociale, sia, soprattutto, quale difesa da forme di persuasione occulta. La consapevolezza, infatti, rappresenta in ogni caso la migliore strategia di vita. L’uso di un linguaggio informale ha consentito al prof. Vespasiano di tenere alta l’attenzione in sala, servendosi in particolare di esempi concreti, volti a “fare esperienza” di ciò che teoricamente veniva espresso. E’ stata sottolineata l’importanza di non utilizzare forme negative, quali: “Disturbo?”, “Non voglio rubarti del tempo”, “Hai un minuto?”, “Non ti annoierò”, le quali proiettano immediatamente una intenzionalità falsata sulla relazione. Altro fondamentale dato è la rilevanza dei linguaggi non verbali. Talvolta, infatti, il corpo si esprime diversamente rispetto al messaggio che si intende comunicare attraverso la  parola. E’ possibile, infatti, trovarsi di fronte ad una discrepanza fra l’espressione facciale,  verbale e corporea, pertanto la sicurezza mostrata da un fermo sorriso può apparirci diversa se, ad esempio, viene contraddetta dal tremore delle dita o della voce. Il linguaggio del corpo è la via naturale attraverso la quale vengono espressi gli stati d’animo e riesce a manifestare le emozioni più profonde: le paure, le ansie, le gioie vengono trasmesse direttamente attraverso i gesti delle mani, i movimenti delle gambe  o dei muscoli del viso. Le reazioni espressive alle emozioni si concretizzano  sia nelle espressioni facciali, sia in altri aspetti del comportamento non verbale, come la gestualità e la postura, aspetti prosodici del parlato e suoni vari, e aspetti relativi al comportamento prossemico. Le emozioni, pertanto, creano un contesto interazionale che ha un ruolo sulla regolazione dell’emozione stessa, in quanto tollera, incoraggia o inibisce una certa emozione e la sua espressione, concetto, questo, ripreso nella seconda parte dell’incontro, dalla dott.ssa Carmela Longo, psicologa dell’U.O. Dipendenze Patologiche di Telese Terme.

Longo

La dott.ssa Longo ha proposto un’esperienza laboratoriale dal titolo “SCRIPT o dell’avere a cuore”, che ha consentito di sperimentare le modalità attraverso cui è possibile entrare in relazione con le dimensioni più profonde dell’io, per coglierne l’intenzionalità comunicativa e migliorare la percezione che si ha di se stessi. La nuova formula, proposta nell’ambito del corso, che vede la lezione teorica tradursi in una immediata esperienza laboratoriale, è nata nell’ottica di promuovere apprendimenti più significativi, in particolare in un contesto valoriale, ambito di intervento del Centro Studi Bachelet, che tende alla formazione di cittadini, ma prima di tutto di persone, di una più qualificata sensibilità sociale.

Maria Vigliante e Antonio Possemato, Studenti IIS Telesi@

Foto: Alessandro Tanzillo

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