Le forme della corruzione:tra etica pubblica ed etica soggettiva

Il terzo incontro del XIV Corso di “CittadinanzAttiva”, organizzato dal Centro  Studi Sociali Bachelet di Cerreto Sannita in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici San Pio V di Roma, si è svolto sabato 2 febbraio 2019 presso la Sala Congressi della Cantina Sociale di Solopaca. Prima dell’inizio della conferenza è stato somministrato ai corsisti un questionario sulla percezione dei fenomeni corruttivi, da compilare in forma anonima. Dopo i saluti di benvenuto della Presidente del Centro Studi, dott.ssa Patrizia Lombardi e del Presidente dell’azienda che ha ospitato gli iscritti al corso, Carmine Coletta, la campana ha finalmente suonato e l’incontro ha avuto inizio. Ha preso la parola il relatore, il Professore Giacomo Di Gennaro, Docente presso l’Università Federico II di Napoli, il quale ha guidato i presenti alla lettura del questionario, motivando la presenza di ogni quesito. Il suddetto questionario, infatti, contiene domande riguardanti la corruzione nel nostro territorio e a livello nazionale, la sua diffusione e l’eventuale grado di tolleranza di ognuno di noi nei confronti delle diverse forme nelle quali si manifesta. In seguito ha avuto inizio la relazione del Professore. Secondo i dati ISTAT, nel Lazio, il 17% delle famiglie è stato interessato da un evento corruttivo, mentre nella provincia di Trento, ad esempio, ciò è accaduto solo per il 2% delle famiglie; questo significa che, in alcuni casi, il livello di corruzione potrebbe variare in base alla regione.

Coadiuvato da alcuni grafici di TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA il Professore ha fornito una panoramica sui livelli di corruzione nel mondo. Negli ultimi tre anni l’Italia ha recuperato ben 15 posizioni nella classifica riguardante la presenza del fenomeno nei vari Paesi. Ciò significa che nel nostro Paese la corruzione è mediamente diminuita. È però interessante notare che, paradossalmente, quando aumentano le indagini da parte della Magistratura in merito all’argomento, la percezione comune si sposta verso l’idea che il Paese sia corrotto. <<La percezione di tale fenomeno è funzione della cultura e dell’etica del Paese di riferimento>> ha detto il Professore. In effetti nei Paesi dell’Europa settentrionale, dove l’etica pubblica ha “sposato” l’etica soggettiva, il livello di corruzione è molto basso; tali nazioni occupano, infatti, i primi posti tra i Paesi meno corrotti nella classifica prima citata. In Italia, invece, la propensione ad atti corruttivi è molto più alta. È facile notare che lo Stato in cui viviamo, come altri, ha una forte cultura cattolica che, secondo Di Gennaro, non è riuscita a stimolare fino in fondo un senso etico profondo. In realtà nei diversi Paesi non c’è una condivisione su cosa sia effettivamente la corruzione. Perché? Perché essa è multiforme. Dal punto di vista giuridico, ad esempio, citando il fenomeno in senso stretto (art. 319 del Codice Penale) ci si riferisce alle cariche pubbliche, nelle quali non ci si limita alla concessione di una forma di denaro in cambio di “favori” ma si compiono anche  atti immateriali. Sono molteplici, pertanto, le azioni che riguardano quella che, generalmente, definiamo corruzione e che è presente anche tra i privati. È preoccupante sapere che, soprattutto tra i giovani, venga considerata un fenomeno normale in ambiti pubblici, come la sanità. Un altro aspetto importante è quello economico. Essa altera le leggi fondamentali che regolano il mercato,  le quali dovrebbero essere completamente trasparenti; l’adozione di normative economiche è modificata dalla corruzione. E’ il caso del Venezuela che ha dietro di sé circa 25 anni di presenza del fenomeno che, oltretutto, abbassa i livelli di efficienza e competizione. La corruzione è però molto vicina anche alla criminalità organizzata: se c’è una cosa che distingue la mafia contemporanea dalla mafia classica è che essa non ha più bisogno di sparare e seminare terrore perché entra ovunque! In conclusione, non c’è da stupirsi della diffusione di tale fenomeno che <<non è contemporaneo, ne parla già Mosè nell’Esodo>> ha continuato il Professore, ma va combattuto fino in fondo, con l informazione e la formazione e quindi con la prevenzione, al di là del contrasto.

         

L’incontro è giunto al termine tra i ringraziamenti della dott.ssa Patrizia Lombardi e le domande di alcuni tra i presenti a cui il Professore ha accuratamente risposto.

Marika Mancino                                                                                                                                                                           Studentessa IIS Telesi@

Foto: Alessandro Tanzillo

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