CittadinanzAttiva 2010-2011. Incontro sul tema “Libertà della persona (con): profili sociali”. Relatore: Prof. Francesco Vespasiano

Il giorno 20 novembre 2010, presso il Palazzo dei Congressi delle Terme di Telese,  si è tenuto l’incontro sul tema “Libertà della persona (con): profili sociali”, che rientra nel  Laboratorio di formazione sociale CittadinanzAttiva, un progetto ideato e realizzato dal Centro Studi Sociali Bachelet ONLUS della Diocesi di Cerreto S.- Telese- Sant’Agata dei Goti. E’ intervenuto il Prof. Francesco Vespasiano, Docente presso l’Università del Sannio.

Il Prof. Vespasiano apre l’incontro riportando le parole del famoso sociologo Georg Simmel: “Ciascuno di noi è necessariamente in relazione con, per, contro gli altri.” Siamo con, per, contro gli altri a partire dalla famiglia in cui si è nati. Al riguardo, il Prof. Vespasiano presenta la ricerca dal titolo: “La sopravvivenza della famiglia”, commissionata dall’Università del Sannio dall’Arcidiocesi di Benevento e pubblicata dalla Casa Editrice Franco Angeli.

Nel beneventano, la situazione delle famiglie si presenta così strutturata:

  • 25,6% senza nuclei
  • 1,6% con due o più nuclei
  • 72,8% con un solo nucleo familiare

Tre famiglie su quattro sono composte da un padre, da una madre e da almeno un figlio. Tuttavia, avere almeno un figlio non vale per la stragrande maggioranza delle coppie, in quanto soltanto il 45,4% delle coppie è sposata ed ha almeno un figlio, di cui il 7,6% sono famiglie monogenitoriali.

Il dato più allarmante, nella nostra provincia, è che il numero dei bambini è passato 10,16 a 5,75. Ciò significa che la nostra popolazione sta invecchiando, infatti, l’indice di vecchiaia passa da un valore di 44,47 nel 1971 a un 123,21 nel 2001.

In provincia di Benevento, così come avviene nel sistema Italia e nel sistema Occidente, le società stanno diventando vecchie, non hanno capacità di innovarsi e rinnovarsi e fra un po’ avremo un peso di gran lunga inferiore rispetto agli altri paesi che, nel processo di globalizzazione, diventeranno dominanti.

Le domande che hanno caratterizzato la ricerca sono state le seguenti:

  1. caratteristiche di base della famiglia sul territorio sannita
  2. ragioni di facilitazione o contrasto alla nascita di nuove famiglie
  3. ruolo della chiesa e delle istituzioni nell’attivare e supportare la domanda di famiglia
  4. valori e problemi che maggiormente vivono le famiglie sannite

Il campione intervistato è composto da 384 unità, che rappresenta un errore massimo del 5%. Questo campione appartiene per il 59,4% alla Diocesi di Benevento e per il 40,6% alla Diocesi di Cerreto-Telese- Sant’Agata dei Goti. Si compone per il 47,2% da maschi e per il 52,8% da femmine. Le fasce di età di riferimento vanno dai 21-40 anni e dai 40-60 anni.

Nella ricerca, inoltre, è stata rispettata la rappresentatività per titolo di studio, nonché lo stato civile (coniugati, celibi, nubili).

Una delle domande sottoposte riguardava i motivi di conflittualità in famiglia. Dalle risposte ricevute è emerso che con il partner si litiga per motivi economici legati al lavoro e per motivi affettivi. Con i figli, invece, i motivi di conflittualità sono l’educazione e lo studio. Con gli altri familiari presenti in famiglia, i motivi di conflittualità sono legati all’autonomia.

Come sono i comportamenti dei genitori nei confronti figli? E’ vero che la maggior parte delle risposte si orienta verso comportamenti amichevoli e comprensivi, corretti ed equilibrati, tuttavia, il dato preoccupante, in questo caso, è caratterizzato dal 24,5% del campione che ha risposto: dipende dalle situazioni. Ciò significa che molto spesso i genitori sono costretti a negoziare i comportamenti con i propri figli. In altre parole, i genitori non si trovano sempre nelle condizioni di essere una guida in casa, ma spesso si trovano nelle condizioni di discutere in casa, cioè arrivare ad un accordo con i figli. Questo è un problema serio, ma non per i figli, in quanto questi ultimi non sono educati.

Al valore di 24,5%, poi, è possibile aggiungere il 6,4% del campione, il quale dice che i comportamenti dei genitori nei confronti dei figli sono severi e autoritari.

Come sono i comportamenti dei figli nei confronti dei genitori? Sono conflittuali per il 21,8%. Il 36,2% li definisce amichevoli, un altro 36,2% li considera corretti, però, per il 4,3% sono superficiali e per  l’1,6% sono di sudditanza. Questi ultimi valori confermano una difficoltà relazionale all’interno delle nostre famiglie.

Qual è l’importanza dei valori religiosi in famiglia? 148 persone si sono rifiutate di rispondere a questa domanda. Per il 12% del campione la religione ha poca importanza, mentre ha un’importanza nulla per il 4%. Per la maggioranza, invece, non è così. Il 32% va sempre a messa, il 26, 1% ci va spesso, il 28,2% raramente, il 13,5% non va mai a messa. Il 36,7% del campione non dà importanza alla catechesi dei propri figli. Per quanto riguarda gli incontri con le associazioni, il 46,1% non ha mai partecipato. Il 64,4% non frequenta gli oratori. Queste percentuali, in sintesi, evidenziano un forte distacco tra il mondo della famiglia e il mondo della parrocchia.

In riferimento al giudizio espresso dal campione sui seguenti insegnamenti, emerge quanto segue: la religione è per la maggioranza indispensabile e necessaria, però, meno dell’educazione fisica, dell’educazione sessuale, della disciplina e dell’interculturalità.

Nell’ambito della ricerca, si è cercato di individuare anche se c’erano delle richieste da parte delle famiglie nei confronti delle parrocchie. In tal senso, è stato chiesto: quali azioni dovrebbe mettere in atto la parrocchia per avvicinarsi alle famiglie?

Il coinvolgimento dei giovani costituisce il 57, 7% delle risposte.        Questo dato, che è il più alto rispetto agli altri (catechesi, assistenza spirituale, ecc.), sottolinea come gli intervistati volessero denunciare la loro difficoltà di avere una relazione con i propri figli e pertanto chiedono aiuto anche alla parrocchia. Infatti, il valore percentuale 57,7 viene rafforzato dal 28,3%, che riguarda il sostenere il rapporto genitori-figli.

Sono state poi chieste agli intervistati delle opinioni sull’esperienza del divorzio: è favorevole in alcuni casi il 59%, è favorevole sempre l’11%, è contrario sempre il 17%, è contrario, se vi sono figli il 12%. Le famiglie sannite hanno metabolizzato il divorzio come un’esperienza possibile nell’arco di vita di una famiglia. Non esiste, invece, la famiglia di fatto. Il 43% è sempre contrario.

Ancora meno accettata è la famiglia omosessuale, nei confronti della quale è sempre contrario il 65% del campione.

Un’ulteriore domanda che è stata somministrata è: quali sono gli effetti sulla famiglia della donna che lavora? Mariti più attenti alla famiglia (52,4%), vantaggi economici per la famiglia (56,3%). Al riguardo i dati preoccupanti sono: il 19,3% (armonia familiare disturbata), il 16,8% (figli senza guida), il 21,3% (figli senza affetto). La donna che lavora può anche essere un vantaggio economico per la famiglia, ma crea uno svantaggio relazionale e affettivo in casa.

Cosa rappresenta il lavoro per le donne madri? Una necessità economica (37%), un giusto riconoscimento dell’autonomia femminile (37%), un’opportunità per le donne che hanno studiato (17%), un meccanismo di responsabilizzazione dei figli e dei mariti (8%).

In altre parole, si continua a ritenere la donna il perno dei processi educativi, relazionali e affettivi della famiglia. Il 50% della coppia, rappresentato dalle donne, ha l’enorme responsabilità di gestire le dinamiche familiari, specialmente quelle affettive.

I valori considerati come fondamentali dalle persone intervistate sono:

  • l’amicizia per il 63,8%
  • l’amore per il 69,9%
  • la fedeltà coniugale per il 75,9%
  • la salute per l’84%
  • l’onestà per il 72,2%
  • la fede per il 45%
  • la ricchezza per il 10,1%
  • il successo per il 12,2%
  • il potere per l’8%

Se noi vivessimo sulla base di questi dati, noi potremmo stare tranquilli perché la società sarebbe fatta di persone che vivono con e per gli altri. In realtà, quello che noi diciamo non corrisponde a quello che facciamo, quello che diciamo spesso non lo pensiamo nemmeno e peggio ancora, quello che noi facciamo non corrisponde a quello che noi crediamo. Per questo motivo, siamo dei dissociati. Noi preferiremmo essere fedeli e avere a fianco persone fedeli, preferiremmo essere sempre amati, preferiremmo stare sempre in buona salute, ma la stragrande maggioranza delle nostre azioni sono in campi lontani da questi valori e principi.

Per trasformare i comportamenti in opportunità di vita gioiosa,bisogna lavorarci, anche perché se non si lavora sui valori, il 90,3% del campione che ha considerato la famiglia come ambito di vita fondamentale rischierebbe di vivere l’ambiente familiare in modo poco sereno e tranquillo.  Infatti, alla domanda: quali sono le opinioni sui problemi della famiglia? L’81,4% considera problemi familiari quelli economici, l’83,3% quelli di lavoro, l’82,7% quelli educativi, il 68,2% quelli affettivi. La famiglia, fatti salvi i problemi economici e lavorativi, denuncia come problemi fondamentali quelli educativi, relazionali e affettivi.

Avviandosi a conclusione il prof. Vespasiano afferma che bisogna stare vicino alle famiglie, perché tra i problemi familiari emergono anche: la solitudine (39%) e la depressione (44,1%). Quasi la metà delle famiglie intervistate dichiara di vivere i suddetti problemi.

Concludendo, precisa che la famiglia resta un’istituzione fondamentale e fondativa, sopravvive a se stessa e ai propri problemi, ma viene percepita da molti, a volte da quasi tutti, come un problema anziché una risorsa. Da pochissimi viene vissuta come un luogo di gioia. La famiglia è diventata anche una scelta rischiosa, infatti, la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne si sposa oggi intorno ai 34 anni, le donne italiane non fanno più di 1,2 figli. Il risultato è che la nostra società si sta suicidando, che non ha al momento un grande futuro.

Agata Abbamondi

Patrizia Lombardi

Ada Mancinelli

Libertà della persona profili sociali- Prof. Francesco Vespasiano

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