CittadinanzAttiva 2008-2009. Incontri generali sul tema “Sessualità e disagio giovanile”

Nei giorni 25 ottobre, 8 e 29 novembre, presso il Palazzo dei Congressi delle Terme di Telese, si è svolto un percorso di approfondimento della durata di tre incontri sul tema “Sessualità e disagio giovanile”. Il corso è stato organizzato dal Centro Studi Sociali Bachelet ONLUS della Diocesi di Cerreto S.- Telese- Sant’Agata dei Goti, nell’ambito del Laboratorio di Formazione Sociale CittadinanzAttiva.

Sono intervenuti il Dott. Domenico Bellantoni, psicologo/psicoterapeuta e Docente all’Università Pontificia Salesiana di Roma e la Dott.ssa Maria Vittoria Cammarota, Direttore Sanitario presso il Centro per la vita “Russoto” ONLUS di Pozzuoli.

Il Dott. Bellantoni, nel suo incontro, ha parlato di patologie e disturbi della sessualità, riscontrandone le cause nell’ansia da prestazione, nell’angoscia, nella paura, caratteristiche tipiche di un tempo che sembra essere caratterizzato da libertà sessuale, ma in realtà non è così. In tal senso, assume un’importanza rilevante l’autostima personale, cioè la componente affettiva-valutativa del concetto di Sé, che a sua volta consiste in ciò che di consapevole il soggetto ha del proprio Sé in un dato momento della propria vita. Il SE’ è l’insieme di aspetti, caratteristiche e ricordi comprendenti: l’immagine visiva del proprio corpo; l’immagine uditiva del proprio nome; l’immagine delle reazioni cinestesiche e viscerali (emozionali); il gruppo dei ricordi più importanti della propria vita; caratteristiche e risorse della persona.

Secondo il Dott. Bellantoni, nel rapporto di coppia e di conseguenza nell’esercizio della sessualità, bisogna far riferimento a due processi di sviluppo: quello di Erikson e quello di Ausubel. In relazione al processo di sviluppo di Erikson, diventa fondamentale seguire alcune tappe: fiducia, autonomia, iniziativa, industriosità, identità, generatività e integrità, mentre, in relazione al processo di sviluppo di Ausubel, è necessario sperimentare le seguenti fasi: satellizzazione attorno ad una figura genitoriale mediamente sana, desatellizzazione da questa, satellizzazione attorno al gruppo dei pari, desatellizzazione da questo, raggiungimento della maturità indispensabile per divenire nuovamente polo di satellizzazione per un nuovo individuo. Ogni condotta, anche disfunzionale da un punto di vista sessuale, dipenderà sempre da una predisposizione genetica, da una storia di vita, da una gerarchia di valori, da modelli, da un evento scatenante. Nonostante la presenza di questi fattori, la persona deve essere sempre libera di dire di no ad una situazione a cui non vuole aderire (risposta all’appello).

Ognuno di noi è composto da tre livelli: biologico, psicologico, spirituale. Tutte le volte che pensiamo, di noi o di un altro, che non si deve vivere a livello spirituale, ma a livello biologico o psicologico, stiamo adottando un riduzionismo, cioè stiamo applicando la tendenza a minimizzare o sminuire la portata di un fatto o di un fenomeno.

La Dott.ssa Cammarota si è occupata dell’origine e del valore della sessualità umana, nonché dei suoi fondamenti biologici e della fertilità. Trattando di sessualità, facendo riferimento ad un chiaro e preciso orientamento antropologico, cioè ad una concezione di uomo che caratterizza il suo operato, nel suo primo intervento, ha parlato di umanizzazione della sessualità per giungere ad una definizione nuova delle parole: sesso e sessualità. Ha adottato il criterio del senso,  in quanto consente di affrontare un viaggio scientifico sulle vie della vita, di allargare le nostre conoscenze e di interrogarci su quanto osserviamo. La sessualità, infatti, ci impegna su un piano delle domande. Partendo dal presupposto che la persona umana è composta dall’Io fisico, l’Io psiche (mondo di immagini, memorie ed emozioni), l’Io spirito (libertà, creatività, ragione), la Dott.ssa Cammarota precisa che non è possibile parlare di sessualità solo come genitalità, perché significherebbe ricondurre l’uomo ad una sola dimensione, quella fisica. Al contrario bisogna considerare la persona nella sua globalità. Queste tre dimensioni riguardano la natura umana, che ha due facce perché interviene l’elemento sesso, che deriva dal latino “sextus”, cioè taglio, una distinzione che rende diverse e complementari due parti di una unica realtà. Da un punto di vista biologico, tutte le cellule che costituiscono un organismo adulto hanno un timbro indistinguibile di natura genetica, che ci rende maschi e femmine. Se la natura umana è l’origine biologica, il processo di sessualizzazione è dato dalla fecondazione. Noi siamo maschi e femmine dal primo istante di vita, perché nel nucleo della cellula uovo e nello spermatozoo sono contenuti rispettivamente 23 cromosomi, che fondendosi insieme danno origine al patrimonio genetico, chiamato DNA, che ci caratterizza come specie umana: homo sapiens sapiens. La dimensione che ci eleva dal mondo animale e vegetale è l’Io Libertà, in quanto ci permette di scegliere,  e grazie alla volontà di migliorare i nostri comportamenti, ci aiuta ad evitare di ripetere quelli sbagliati o che la storia rivela come tali. La libertà aiuta la nostra crescita, aumenta la razionalità e stimola il desiderio di vivere di impulso a donarsi per qualcosa di buono e di grande. E’ altrettanto vero, però, che non esiste autentica libertà senza responsabilità. Essere respons – abili significa divenire abili nel rispondere al compito e al progetto che la vita ci offre. La persona umana, quindi, va educata. Educare significa tirar fuori, prender con sé, far avanzare, puntare in alto, incanalare, liberarsi dalla pigrizia, dall’egoismo, dall’egocentrismo, dall’ignoranza, per dare una dimensione, un senso, un significato, una ragione alla propria vita. All’Io fisico, Io psiche (mondo di immagini, memorie ed emozioni), Io spirito (libertà, creatività, ragione), si aggiunge una quarta dimensione, Io mi trascendo.  Riprendendo le parole di Cesari, neuro-psichiatra e analista, la Dott..ssa Cammarota definisce la sessualità come un’energia vitale, originaria e originante la vita, che subisce un processo di trasformazione, detto sublimazione, che vuol dire trasformazione coinvolgente della psiche e del corpo ed è un processo, prevalentemente inconscio e continuamente in atto. L’impulso sessuale, da un punto di vista biologico, serve per la riproduzione della specie. Tra maschi e femmine esiste il dimorfismo sessuale. Tuttavia, ancora oggi, risentiamo dell’influsso culturale legato alla considerazione della donna, quale soggetto inferiore nel mondo. A questo punto, sorge spontaneo chiedersi: Sesso e sessualità sono la stessa cosa? Pur essendo due realtà strettamente collegate, il sesso ci indica appartenenza di un individuo all’unica natura umana; sessualità, invece, indica l’agito, che non è sempre, solo e necessariamente genitale. La sessualità è un’energia alla quale l’umano individuo attinge per compiere ogni azione, anche la più lontana dal tempo. La Dott.ssa Cammarota afferma che per lei, la sessualità è la capacità di vivere e relazionarsi attraverso il proprio sesso; è un compito che ci è stato affidato per ristabilire relazioni di autentico amore. Non basta la fisicità o la corporeità, perché la maturità sessuale si raggiunge: per conoscenza di sé e accettazione del proprio sesso; dal punto di vista fisiologico e psicologico, esperienza del corpo secondo i ritmi della natura; razionalizzazione dell’impulso; accettazione di un modello etico sul comportamento sessuale.

“Per l’uomo, laddove la sessualità cerca di essere espressione di amore e si trasforma in mezzo per ottenere solo piacere, fallisce interamente, quindi, la sessualità deve essere sempre umanizzata. Sul piano umano, il partner non diviene un oggetto, rimane sempre un oggetto, soprattutto non può più essere usato o addirittura abusato come mezzo per uno scopo, lo scopo di soddisfazioni istintive e tanto meno di guadagnare piacere.” (dall’intervista di Viktor Frankl al prof. Eugenio Fizzotti)

“Sta dietro nella tua giovinezza e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù, segui pure le vie del tuo cuore e i desideri dei tuoi occhi, sappi però che su tutto questo Dio ti convocherà a giudizio.” “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti, perché abbiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga, perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome ve lo conceda. Questo vi comando, amatevi gli uni e gli altri.” (dal Vangelo Di Gesù Cristo)

In occasione del suo secondo incontro, la Dott.ssa Cammarota ha parlato delle basi biologiche della sessualità e delle anomalie del processo di sessualizzazione. In natura i sessi sono soltanto due, perché dal punto di vista esclusivamente biologico dell’antropologia scientifica, senza la presenza di un corpo maschile e di uno femminile, non è possibile la riproduzione della specie umana. Dal costruirsi di un’unica cellula, detta zigote, siamo qui presenti nella nostra tipicità caratterizzati da centomila miliardi di cellule, organizzati in organi e strutture. Nelle primissime fasi di vita siamo paragonabili a tre foglietti concentrici: uno interno, uno medio e uno esterno, da cui derivano tutte le nostre strutture biologiche ( l’ectoderma, da cui prendono origine i capelli, i peli, ecc.; l’endoderma, da cui prendono origine la bocca, il naso, la faringe, la laringe ecc, e il mesoderma, da cui prendono origine tutti gli organi e gli apparati interni).

Le tre proprietà che soddisfano i criteri essenziali per definire l’individuo umano, sono:

la coordinazione (una cascata di eventi di natura biochimica strettamente interrelati e coordinati fra di loro); la continuità (il ciclo di sviluppo procede dalla storia dello zigote fino ad oggi); la gradualità (la forma finale dell’individuo viene ottenuta gradualmente).

Il processo di sessualizzazione prevede quattro tappe intra-uterine e una extra-uterina.

Prima tappa: in sole otto settimane,  il corpo di ognuno di noi porta in maniera inequivocabile o il tratto maschile o quello femminile. L’androsperma è il portatore del carattere maschile, mentre il ginosperma è portatore del carattere femminile.

Seconda tappa: i genitali esterni sono identici a quelli interni. Tutto è destinato al raggiungimento di un obiettivo, cioè quello di dare ai due corpi, maschile e femminile, perfettamente diversi, la possibilità di riprodursi.

Terza tappa: Quando il bambino ha 25 giorni dal momento della fecondazione, i cromosomi XX e XY sono uguali. Tra il ventesimo e il trentacinquesimo giorno di vita intra-uterina, le gonadi da indifferenziate, per un gioco di molecole, diventano nel progetto maschio testicoli e nel progetto donna, ovaia.

Quarta tappa: in dodici settimane, avviene la sessualizzazione celebrale. Nel progetto maschio, l’85% di testosterone e il 15% di estro-progestinici, danno ai neuroni del maschio una caratteristica e un’impronta al maschile, mentre nel progetto donna, l’85% di estro-progestinici e il 15% di testosterone, danno al cervello dell’individuo femmina un’impronta al femminile.

La quinta tappa del processo di sessualizzazione riguarda l’arco temporale dalla prenascita ai 18/20 anni: il sesso psicologico (come mi sento, come mi vedo, come voglio essere considerato). Questo dipende dalle storie di vita di ognuno di noi, che sono diverse ed hanno un’incidenza  notevolissima per lo sviluppo della personalità.

Sul piano della fisiologia riproduttiva (che secondo la Dott.ssa Cammarota è da considerarsi un termine riduttivo da un punto di vista umano, in quanto prima della riproduzione è necessario stabilire una relazione), la fertilità della coppia non si calcola sul calendario, ma manifesta il rispetto pieno della libertà dell’uomo nel trasmettere la vita. La fertilità è una condizione per la quale gli spermatozoi possono sopravvivere nelle vie genitali femminili mediamente 2-3 giorni, fino ad un massimo di 5-6 giorni. Pertanto, il maschio, tutte le volte che mette in atto un rapporto sessuale, deve sentirsi responsabile della possibilità potenziale di poter dare la vita ad un individuo. Responsabilità nella fertilità, quindi, fa riferimento alla conoscenza scientifica del periodo in cui le donne si trovano in una fase fertile.

La Dott.ssa Cammarota si sofferma poi sul valore del corpo della persona. Il corpo è manifestazione della persona, che ci rende esseri di relazione. Con la sua struttura biologica, è espressione dell’io. Tuttavia, il bambino, nella pancia, può sicuramente andare incontro a problemi di natura endogena o esogena. Pertanto, è importante fare una diagnosi accurata, al fine di adeguare l’educazione di quel soggetto ed applicare un trattamento correttivo precoce, a tempo debito, per ridurre confusione e incertezza nel soggetto e nei genitori. Qualsiasi difetto dell’informazione genetica prodotta da mutazione cromosomica, gli influssi errati di mediatori ormonali o di fattori esogeni, lo sfasamento della sequenza temporale di azione-interazione delle singole informazioni, causano una disorganizzazione del piano programma, dando vita ad una patologia, che rimarrà segnata nel soggetto con deviazioni più o meno gravi della morfologia normale del sesso gonatico e fenotipico. Tra le anomalie legate al processo di sessualizzazione, si ricordano: la sindrome di Klinefelter; la sindrome Cariotipo X; la mutazione della 21 idrossilasi; la sindrome Imperato- McGinley; ermafrodite vero. In conclusione, la Dott.ssa Cammarota si sofferma brevemente sul fenomeno dell’omosessualità, affermando, che si tratta di un comportamento e non di una condizione del corpo, perché è frutto di una scelta. La persona omosessuale può essere maschio o femmina, ed è quel singolo maschile o femminile, che in età adulta prova attrazione erotica per lo stesso sesso. Negli ultimi anni, si sta assistendo ad una normalizzazione del comportamento omosessuale, che per questo stesso motivo è destinato ad aumentare come fenomeno. Conclude la sua relazione riportando le parole di uno psico-biologo: “anche se gli effetti della natura e della cultura sul cervello e sul comportamento possono essere durevoli e resistere al cambiamento, essi non sono inesorabili in tutte le occasioni e per tutti gli individui; i dati dello scienziato, che ha affermato la tesi secondo cui gli omosessuali presentano il centro del cervello più piccolo, possono generare un ruolo di forze deterministiche nell’orientamento sessuale, ma esse non precludono, né agli omosessuali, né agli eterosessuali di impadronirsi del corso del proprio sviluppo.”

 

Agata Abbamondi

Patrizia Lombardi

Ada Mancinelli

Sintesi Incontri Generali_ Sessualità e disagio giovanile

 

 

 

 

 

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