CittadinanzAttiva 2011-2012. Incontro sul tema “I contatti tra le generazioni: condivisioni e distanze”. Relatore: Dott. Domenico Bellantoni

Il giorno 3 marzo 2012, alle ore 16:00, presso il Palazzo del Genio in Cerreto Sannita, si è svolta la quinta lezione del VII Corso di “CittadinanzAttiva” dal titolo: “Senso comunitario e dialogo tra generazioni”. E’ intervenuto sul tema “I contatti tra le generazioni: condivisioni e distanze ”, il Dott. Domenico Bellantoni, Psicologo-Psicoterapeuta e Docente dell’Università Salesiana di Roma.

Il Dott. Bellantoni apre l’incontro considerando il contatto intergenerazionale come dialogo tra generazioni. Al riguardo, afferma che per dialogare bisogna far riferimento a tre aree:

  • i contenuti (trovare un tema di interesse comune- sapere);
  • le competenze (saperlo comunicare in maniera adeguata, saper ascoltare-saper fare);
  • gli atteggiamenti (aver voglia di comunicarlo-saper essere).

Il dialogo, spesso, non funziona perché vogliamo convincere l’altro del nostro punto di vista. Il dialogo, invece, presuppone il rispetto della posizione dell’altro.

Il termine “contatto” deriva etimologicamente dal latino con-tactus, che significa toccare toccarsi. Il tema del contatto riunisce sia il significato positivo (incontro, vicinanza) che quello negativo (scontro).

Il termine “contatto” deriva etimologicamente dal latino con-tactus, che significa toccare toccarsi. Il tema del contatto riunisce sia il significato positivo (incontro, vicinanza) che quello negativo (scontro).

Quando si parla di dialogo intergenerazionale, a volte, si pensa ad una realtà negativa. In verità, da uno studio su come gli adolescenti percepiscono il clima in famiglia, emerge che il 71% del campione vive il rapporto in famiglia con reciprocità, il 29%, che si divide in tre categorie, evidenzia delle difficoltà: il 19% vive un distacco, una separazione; il 6% vive un’assoluta autorità da parte dei genitori; il 4% delega.

C’è la possibilità che nell’incontro, nel contatto, si vivano due esperienze diametralmente opposte. Basti pensare alla parola incontro, che è composta da IN e da CONTRO, due estremi entrambi negativi. IN- significa che la relazione è troppo fusionale. -CONTRO, invece, significa conflittualità. In un rapporto, non bisogna né essere sempre in conflitto, ma neppure mandare il cervello all’ammasso e confondersi completamente con la famiglia o con il gruppo di riferimento. Bisogna cercare di prendere le distanze da entrambe queste polarità e vivere l’incontro nel mezzo, cioè aprirsi all’altro portando la propria specificità.

L’importante è che quando ci si incontra, chi parla abbia il coraggio e chi ascolta l’accoglienza, di far intervenire ognuno con la propria idea. Questo atteggiamento arricchisce il gruppo. Spesso, invece, succede che ci adattiamo, ci conformiamo, non diciamo la nostra.

La responsabilità degli adulti nei confronti dei giovani, in questo caso, consiste nel fatto che molto spesso gli adulti trasmettono ai giovani l’idea di non poter esprimere la propria opinione, in quanto non accettata.

Come si arriva dalla comunicazione al dialogo? E’ importante dare un significato comune alla comunicazione. Si tratta di parlare una lingua comune, altrimenti le persone non si capiscono. Nella comunicazione siamo influenzati dalle nostre esperienze. Nella realtà vediamo ciò che già conosciamo, ecco perché, a volte, generazioni diverse non si incontrano . La nostra esperienza della realtà è influenzata da tutto quello che abbiamo vissuto, quindi, per dialogare dobbiamo necessariamente ascoltarci e comprenderci. I figli dovrebbero capire le esperienze dei genitori e viceversa. Finché ognuno non comprende le esperienze dell’altro, non c’è la base comune sulla quale comunicare.

Bisogna viaggiare verso significati comuni. Ci sono due parole, spesso utilizzate come sinonimi: significato e senso. Viktor Frankl, psichiatra viennese, a cui il Dott. Bellantoni fa riferimento, li differenzia. I significati emergono alla luce delle esperienze di vita. Il senso, invece, significa direzione. Entriamo in dialogo con le altre persone grazie ai significati che abbiamo vissuto nella nostra vita, che, a sua volta, ha una propria direzione.

Cosa dà direzione alla nostra vita? Gli obiettivi, le scelte. Nel nostro percorso di vita, abbiamo degli obiettivi. In questo caso, i significati sono le singole scelte che dovrebbero essere in linea con il senso ultimo, che ognuno di noi sceglie liberamente di dare alla propria vita. Il senso della nostra vita può essere considerato come il valore fondamentale (o l’insieme dei valori fondamentali) che la ispira. Pertanto, ciò che può facilitare il dialogo è da ricercarsi nell’identificazione di una base valoriale comune sulla quale incontrarsi. La famiglia, da questo punto di vista, può diventare un importante laboratorio intergenerazionale. Un valore fondamentale sul quale sempre ci si dovrebbe incontrare quando si dialoga, è il rispetto della propria posizione e di quella altrui. Il Dott. Bellantoni conclude il suo intervento precisando che è importante imparare a stare accanto alla diversa posizione dell’altro.

Agata Abbamondi

Patrizia Lombardi

Ada Mancinelli

Contatti tra generazioni- Dott. Domenico Bellantoni

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