VERSO UN’ETICA DELLA RESPONSABILITA’

Sabato 19 Gennaio si è tenuto, presso la Sala Conferenze della Diocesi di Sessa Aurunca,  il secondo appuntamento del XIV Corso di CittadinanzAttiva, organizzato dal CCS Bachelet in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” di Roma. A presiedere l’ incontro, che ha visto la contemporanea presenza dei corsisti del Centro Studi Bachelet di Cerreto Sannita e del Centro Studi Tommaso Moro di Sessa Aurunca,  sono stati Mons.  Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Sessa Aurunca e  Presidente onorario del CSS Bachelet, il professore Giuseppe Acocella, Coordinatore dell’Osservatorio sulla legalità dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.

I temi trattati  sono stati: la corruzione e l’etica, denominata, quest’ultima, dal professore Acocella, come una forza che  consente di curare e prevenire la corruzione, che rappresenta il tentativo di influenzare la trasparenza degli atti pubblici ed è  un tema centrale nelle comunità democratiche.  In esse la consapevolezza del diritto si traduce in norme e leggi che regolano la convivenza. Due sono i  livelli nei quali si declina il fenomeno  della corruzione:  quello giuridico, volto ad accrescere il  potere sociale di coloro che la praticano, e quello morale, che  impone di fermarsi anche al solo pensiero di fare del male e quindi non soltanto rispetto all’azione esterna. Molto interessante e coinvolgente, a tal proposito, l’analisi filosofica dei concetti di etica e morale effettuata dal Vescovo Don Franco Piazza. La corruzione, infatti,  non riguarda soltanto il livello giuridico, ma soprattutto gli atti pubblici e quindi l’etica, poiché mira alle risorse pubbliche, destinate a tutti, e aggredisce i fondamenti stessi della società democratica. Nel momento in cui si sottraggono risorse pubbliche per realizzare un  vantaggio personale, si sta compiendo un atto diseducativo e immorale.                                                                                                                                                                                                                                 La corruzione, infatti, altera il principio di uguaglianza su cui si regge la democrazia e per cui tutti possono partecipare alla vita pubblica e ambire a raggiungere le migliori condizioni di vita o per cui tutti possono accedere ai diritti fondamentali, come l’istruzione . Per questo, l’aspetto più grave è l’alterazione degli equilibri della convivenza sociale, che mina quello stato di diritto che ha frantumato le incrostazioni del vecchio assolutismo, secondo cui qualcuno era nato per governare e altri per obbedire.  I fattori che alimentano la corruzione  sono:  l’incertezza del diritto, penalizzante per i più deboli, che subiscono le manipolazioni di coloro che gestiscono il potere; la dilatazione della spesa pubblica, poiché con il suo aumentare aumenta anche il pericolo di corruzione o abuso, che incide profondamente sulle basi essenziali della convivenza democratica e che, se non oltrepassa  la soglia penale, non è sanzionabile. Tocqueville  aveva avvertito che la democrazia è uno di quei fenomeni che non si realizzerà  mai del tutto compiutamente, anche se  lo stesso filosofo francese ha affermato che “è uno di quegli scopi per cui bisogna combattere ogni giorno”. La radice della corruzione sta nella rinuncia alla propria responsabilità,dal latino respònsus, participio passato del verbo respòndererispondere cioè, in un significato filosofico generale, impegnarsi a rispondere, a qualcuno o a se stessi, delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano. L’etica della RESPONSABILITA’ richiama i principi di dignità e di libertà, fondamenti umani imprescindibili, dai quali è possibile partire per arginare la deriva disumanizzante dell’età contemporanea.

Articolo scritto da: Claudia Cucciniello e Paola Riccardi – studentesse IIS Telesi@

 

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