“ Abbiamo il dovere di essere responsabili per diventare sovrani ”. E’ stato questo il messaggio che il prof. Pier Paolo Forte, docente di diritto amministrativo all’Università degli Studi del Sannio, ha voluto lanciare ai giovani che sabato 12 gennaio u.s. hanno seguito con interesse l’incontro promosso dal C.S.S.B presso la sala dei congressi delle Terme di Telese. L’attività del CSSB è un «iter» per gli studenti, ma non solo, finalizzato a sensibilizzare e a far prendere coscienza delle problematiche etiche che sono alla base dell’intera struttura sociale e dei rapporti con gli altri. “ Responsabilità personale e percorsi istituzionali: profili giuridici ” è stato il tema della prima lezione dell’anno 2008, iniziata ricordando l’impegno umanitario in alcune zone dell’Africa da parte di volontari delle nostra regione.
Il prof. Pier Paolo Forte, dopo la pregnante introduzione del prof. Raffaele Simone, docente di latino e greco presso il liceo classico di Telese Terme, ha subito ringraziato i presenti e premesso di volere affrontare argomenti non semplici ma necessari « per capire i tempi che stiamo vivendo ». Messaggio anticipato dallo stesso prof. intervistato sul nostro giornale dalla dott.ssa Enza Nunziato. Infatti, egli ha affermato, dobbiamo comprendere e chiarire il significato di Repubblica, dal momento che noi tutti viviamo in una Repubblica Costituzionale. « La Repubblica », ha spiegato, mettendo forse in crisi le nostre opinioni al riguardo, « non è lo Stato né si identifica solamente con le istituzioni politiche né è solamente i partiti politici e nemmeno le sole autorità o le regioni e i comuni ». Un aiuto per capire cosa essa sia ci viene dal 1^ comma dell’articolo 114 della Costituzione italiana che recita: « la Repubblica è costituita dai comuni, dalle province, dalle città metropolitane, dalle regioni e dallo Stato » . Da qui l’idea, che il dott. Forte condivide, della Repubblica come un « composto istituzionale » di organizzazioni di tipo comunitario, tra le quali rientra lo Stato e altre strutture umane. Dopo questa analisi chiarificatrice, si è posta l’attenzione sulla nostra Costituzione, ripercorrendo la sua genesi e la sua trasformazione. La Costituzione italiana, nata nel 1948, vede la luce in un periodo di grande confusione in un’ Italia divisa e appena uscita dalla sanguinosa e terrificante seconda guerra mondiale. Nata con l’intento forte di dare una guida,la Costituzione, dopo sessantanni, ancora oggi delle volte, non sempre riesce a stare a passo con i tempi. Viene acquisita lentamente e sempre più, come già avvenuto qualche anno fa, si sente l’esigenza di adeguarla alle nuove situazioni politicamente e socialmente createsi. Detto ciò, il relatore si è avvicinato al rapporto del singolo individuo nella società, parafrasando il 2^ comma dell’articolo 4 della nostra Costituzione: « ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società ». Queste parole sono la testimonianza dell’attività che ciascuno di noi deve svolgere all’interno della società, ma soprattutto testimoniano la nostra responsabilità all’interno di essa. « L’idea della nostra Costituzione è che ognuno di noi possa diventare qualcuno, cioè essere un punto di riferimento per gli altri ». Ogni individuo è libero di aspirare solo alla ricchezza, ma in questo modo cosa può dare agli altri? Che punto di riferimento può essere e soprattutto verso cosa può orientare gli altri? Si è detto ,comunque, che non esiste solo una ricchezza materiale ma anche un’altra ben più gratificante che è quella spirituale, fatta di fatica e senso di responsabilità. Al posto di una società dove i punti di riferimento sono persone ricche ed infelici, sarebbe opportuno avere come guida persone che si impegnino quotidianamente e duramente in nome di quella faticosa meta chiamata responsabilità. Certamente questo discorso risente del patrimonio filosofico che ha affrontato la questione della felicità umana, il rapporto dell’individuo con la società, il senso di responsabilità.(Epicureismo, Stoicismo, Kant solo per fare i nomi più famosi).
Dopo aver marcato in modo così forte quest’idea di fondo, è utile iniziare ad accostarci al quel primo articolo della nostra Costituzione che suona a volte troppo retorico: « La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione ». Da qui è partita la sfida che il prof. ha voluto lanciare alla nostra generazione, facendo alcune premesse ed alcuni paralleli con la generazione che ha visto nascere la Carta Costituzionale. Quest’ultima, avendo vissuto gli anni del fascismo e della guerra quindi gli anni dell’oppressione, ha puntato giustamente e comprensibilmente molto di più sulle libertà e sui diritti. Ciò ha portato tanti benefici di cui noi oggi godiamo ma, come giustamente ha precisato il prof. Forte, le libertà ed i diritti “ costano ”. E questo è il punto nevralgico e delicato: la nostra libertà, come viene ripetuto da più parti, termina quando inizia quella degli altri. Detto ciò, non bisogna abbandonare tutti i diritti acquisiti a favore dei doveri, ma riconoscere sia gli uni sia gli altri; a tal proposito si è parlato di « frontone della responsabilità ». Dopo l’assestamento del sistema istituzionale, è necessario essere responsabili e affrontare i propri doveri; dobbiamo diventare sovrani, ovvero prendere coscienza delle nostre responsabilità e lottare per le libertà senza mai dimenticare i nostri impegni sociali. Questo messaggio, mai come ora, è così indicativo. La sfida della nostra generazione è questa! Cosa costruire? Cosa lasciare alle nuove generazioni(Hans Jonas)? Tale sfida è forse la più difficile data la complessità della società in cui viviamo, la mancanza di punti di riferimento (nichilismo), lo strapotere di una macchina tecnica sempre più complessa dinanzi ad un individuo sempre più elementare. Cadute le ideologie, non bisogna confidare esclusivamente nella tecnologia o nel denaro, ma piuttosto « mettere il cuore » nella costruzione di uno Stato, nella costruzione di un nuovo socialismo e di nuovi diritti. La rivoluzione della Costituzione, titolo utilizzato nell’intervista sopra citata, è veramente efficace per tracciare l’inizio del cammino. Rivoluzionare la Costituzione significa farla vivere, portarla nei nostri cuori. E’ questa la grande bandiera: la costruzione di una Repubblica Costituzionale. Naturalmente, ha premesso il prof. Forte, questa “ lotta ” prevede fatica e passa necessariamente per scontri, dibattiti e tensioni; ma può portare a risultati soddisfacenti, efficaci e naturalmente gratificanti. A tal proposito, dopo una spiegazione così ricca di contenuti ma essenzialmente concreta, è stata portata ad esempio una statistica riguardo la povertà. Da un punto di vista strettamente economico, è venuta fuori una Italia divisa: un nord-est molto ricco, un centro Italia ricco ed un sud inferiore rispetto al resto del paese. Al contempo, lo stesso Istituto di ricerca, ha effettuato una statistica sulla povertà percepita, ovvero su quanto le persone si sentano povere. Dal risultato è emerso un capovolgimento di fronte: un nord che si percepisce più povero rispetto al sud del paese.
Chiusa questa interessante parentesi, è venuto alla luce l’attuale problema dei problemi della Campania, quello dei rifiuti ed il conseguente e vigoroso invito a non ignorarlo ed a riflettere sulle sue dannose conseguenze di ordine economico e sociale. Successivamente il relatore ha ribadito ulteriormente che la Repubblica è un composto istituzionale e fanno parte di essa anche le nostre piccole azioni di responsabilità. « E’ nostra responsabilità di sovrani attrezzarci per saper condurre bene le nostre attività ». Un ultimo punto su cui ci si è soffermato, è stato l’articolo 2 della Costituzione, già accennato in precedenza: « La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale ». Proprio la problematica della solidarietà ha dato spunto alle ultime riflessioni. Sembrerebbe che il nostro impegno nel società debba essere mosso da ragioni di solidarietà, ma in realtà può essere anche mosso da ragioni di impegno civile, « per il solo fatto che sono sovrano ». Non tutti gli uomini sono solidali e ciò non toglie che la spinta possa venire da ragioni di responsabilità. Non essendo la nostra generazione particolarmente impegnata in campo politico, c’è bisogno di rintracciare un nuovo schema di valori disposto al compromesso, alla trattativa. Tutto questo si legge nella nostra carta costituzionale. Infine, c’è stato il naturale invito sia da parte del prof. Forte che del prof. Simone a leggere, proprio nel suo sessantesimo anniversario, la Costituzione; non guardando al passato né al presente ma al futuro. Appello questo, tra l’altro, già anticipato nell’intervista sopra citata : « chi è suddito , chi è subordinato, chi non coltiva se stesso, non avverte la responsabilità dei propri comportamenti, e tende ad arraffare ogni briciola di benessere individuale su cui può mettere le mani, considerando ciò la ragione, il successo della vita. Chi è sovrano, decisore, attento ad avere un pensiero è persona, tende a comprendere le conseguenze di ogni suo gesto, accettando solo quelle che ritiene coerenti con i propri valori. Il benessere non è un fine, ma un mezzo, e chi non lo comprende è destinato ad una ricca infelicità ». Dopo la lezione ha avuto seguito un dibattito su problemi quali la raccolta dei rifiuti, l’utilizzo delle nostre risorse come l’acqua, il problema di una politica sempre distante, la difficoltà del giovane di farsi ascoltare all’interno della società, grazie alle molteplici ed interessanti domande poste dai giovani presenti.
Il prossimo incontro si terrà sabato 26 gennaio alle 16:00 presso il palazzo dei congressi di Telese Terme. Il titolo della lezione è “ Responsabilità personale e percorsi istituzionali: profili etico-sociali ” e sarà curata dal prof. Giuseppe Acocella, vice presidente del CNEL di Roma.
Luigi Santonastaso
Studente Liceo Classico di Telese Terme
e allievo del Corso CittadinanzAttiva